MANUALI PER LO STUDIO PERFETTO
I due volumi di Galli: uno per i ragazzi e uno per i genitori
Già dalle prime pagine di questi due manuali si capisce che si tratta di qualche cosa di diverso dai soliti manuali, perché il dottor Gianfranco Galli, che ha chiuso la sua carriera manageriale di dirigente commerciale come insegnante di informatica gestionale ai ragionieri programmatori, non temeva di andare controcorrente, a costo di non incontrare l’approvazione dei colleghi più ligi alle prassi burocratiche in uso. Specialmente nel testo indirizzato ai genitori, l’autore cita i comportamenti virtuosi dei colleghi che lui stesso ha cercato di imitare, controllando i quaderni degli appunti dei ragazzi, verificando così direttamente ciò che la maggioranza della classe non aveva recepito delle sue spiegazioni e venendo a conoscenza delle spiegazioni che avrebbe dovuto ripetere o completare. L’autore, sull’esempio di una settantenne insegnante la cui classe sembrava composta tutta da geni, aveva inoltre modificato radicalmente il proprio rapporto con i genitori, esigendo che negli incontri con loro ci fossero sempre presenti anche i ragazzi, per poter esaminare assieme le eventuali difficoltà e come risolverle.
Il “Manuale dello studente professionista” trasuda la concretezza del lavoro ben fatto, l’autore insegna come leggere il testo individuando prima con un preesame i concetti importanti su cui concentrarsi, in modo che la lettura diventi un cercare qualche cosa e verificare di averla trovata, insegna che nei compiti in classe di matematica per ottenere la certezza del risultato basta fare la classica prova dell’operazione inversa che consiste nel verificare che la prova deve dare il risultato di partenza, fatto che porta come unica valutazione possibile non il sette o l’otto ma il dieci.
E che dire dei trucchi usati nel controllo di tutti i compiti scritti con l’uso delle proprie “checking-list” per eliminare, prima di consegnarli, i propri errori abituali.
Ma la particolarità del metodo consiste nell’aver proposto il manuale per i genitori “Come allenare i figli a studiare con professionalità” che è indispensabile per appassionare genitori e figli a realizzarsi insieme, rendendo l’inevitabile fatica del vicendevole costante impegno, un immenso piacere pieno di soddisfazione.
I consigli nati dalle complesse esperienze dell’autore, prima di semplice impiegato tecnico poi di manager e infine di insegnante di informatica gestionale, appaiono utilissimi per organizzare in modo ottimale il lavoro dei ragazzi che, sfruttando al 100% il tempo passato in classe, riducono della metà il tempo da dedicare allo studio a casa, consentendogli di praticare il loro sport preferito, ottenendo nel contempo ottimi risultati scolastici.
Recensire testi intelligenti come i due manuali in questione non è facile, , infatti,,anche per il taglio provocatorio usato dall’autore come nel sottotitolo del manuale riservato ai genitori, che così detta: “Se il professore (con i voti) arbitra solo partite ufficiali, l’allenatore chi lo fa?”; o come nel coraggioso (di questi tempi) “Messaggio riservato ai genitori cattolici” che invita a debellare tra i giovani il turpiloquio da carrettieri della bestemmia.
Giuseppe Griffoni
Dal Messaggero Veneto del 15 agosto del 2010
Recensione G. Griffoni
MANUALI PER LO STUDIO PERFETTO
I due volumi di Galli: uno per i ragazzi e uno per i genitori
Già dalle prime pagine di questi due manuali si capisce che si tratta di qualche cosa di diverso dai soliti manuali, perché il dottor Gianfranco Galli, che ha chiuso la sua carriera manageriale di dirigente commerciale come insegnante di informatica gestionale ai ragionieri programmatori, non temeva di andare controcorrente, a costo di non incontrare l’approvazione dei colleghi più ligi alle prassi burocratiche in uso. Specialmente nel testo indirizzato ai genitori, l’autore cita i comportamenti virtuosi dei colleghi che lui stesso ha cercato di imitare, controllando i quaderni degli appunti dei ragazzi, verificando così direttamente ciò che la maggioranza della classe non aveva recepito delle sue spiegazioni e venendo a conoscenza delle spiegazioni che avrebbe dovuto ripetere o completare. L’autore, sull’esempio di una settantenne insegnante la cui classe sembrava composta tutta da geni, aveva inoltre modificato radicalmente il proprio rapporto con i genitori, esigendo che negli incontri con loro ci fossero sempre presenti anche i ragazzi, per poter esaminare assieme le eventuali difficoltà e come risolverle.
Il “Manuale dello studente professionista” trasuda la concretezza del lavoro ben fatto, l’autore insegna come leggere il testo individuando prima con un preesame i concetti importanti su cui concentrarsi, in modo che la lettura diventi un cercare qualche cosa e verificare di averla trovata, insegna che nei compiti in classe di matematica per ottenere la certezza del risultato basta fare la classica prova dell’operazione inversa che consiste nel verificare che la prova deve dare il risultato di partenza, fatto che porta come unica valutazione possibile non il sette o l’otto ma il dieci.
E che dire dei trucchi usati nel controllo di tutti i compiti scritti con l’uso delle proprie “checking-list” per eliminare, prima di consegnarli, i propri errori abituali.
Ma la particolarità del metodo consiste nell’aver proposto il manuale per i genitori “Come allenare i figli a studiare con professionalità” che è indispensabile per appassionare genitori e figli a realizzarsi insieme, rendendo l’inevitabile fatica del vicendevole costante impegno, un immenso piacere pieno di soddisfazione.
I consigli nati dalle complesse esperienze dell’autore, prima di semplice impiegato tecnico poi di manager e infine di insegnante di informatica gestionale, appaiono utilissimi per organizzare in modo ottimale il lavoro dei ragazzi che, sfruttando al 100% il tempo passato in classe, riducono della metà il tempo da dedicare allo studio a casa, consentendogli di praticare il loro sport preferito, ottenendo nel contempo ottimi risultati scolastici.
Recensire testi intelligenti come i due manuali in questione non è facile, , infatti,,anche per il taglio provocatorio usato dall’autore come nel sottotitolo del manuale riservato ai genitori, che così detta: “Se il professore (con i voti) arbitra solo partite ufficiali, l’allenatore chi lo fa?”; o come nel coraggioso (di questi tempi) “Messaggio riservato ai genitori cattolici” che invita a debellare tra i giovani il turpiloquio da carrettieri della bestemmia.
Giuseppe Griffoni
Dal Messaggero Veneto del 15 agosto del 2010