Veneziani Marcello

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Marcello  Veneziani

Marcello Veneziani (Bisceglie, 17 febbraio 1955) è un giornalista e scrittore italiano.

Biografia   Laureato in filosofia all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, inizia la carriera di giornalista nel 1979 nella redazione barese del quotidiano Il Tempo. Giornalista professionista dal 1982, dopo il praticantato a Il Giornale d’Italia – il quotidiano romano diretto dal deputato democristiano Luigi D’Amato – assume nel 1981, all’età di 26 anni, la direzione del gruppo editoriale Ciarrapico-Volpe-La Fenice, incarico che mantiene fino al 1987. Sempre negli anni giovanili scrive per il settimanale leccese Voce del Sud, diretto da Ernesto Alvino. [...]

Ritenuto uno degli intellettuali di destra più rappresentativi dell’area che si riconosce nella leadership di Silvio Berlusconi, Veneziani ha significativamente tentato di rivalutare, in diverse pubblicazioni, l’operato del pensatore tradizionalista Julius Evola.[...]

Scrive a lungo su Il Giornale, collabora con Il Messaggero, La Repubblica, La Stampa, il Secolo d’Italia, L’Espresso, Panorama, Il Mattino, La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno e La Gazzetta del Mezzogiorno. Redattore del giornale radio RAI di mezzanotte, prende parte a vari programmi televisivi e da vent’anni collabora come commentatore della RAI.   [...]  Fonda nel 1981 il mensile Omnibus e dal 1985 al 1987 dirige il bimestrale Intervento. Nel 1988 fonda il mensile di cultura Pagine libere, che dirige fino al 1992  [...]   Successivamente fonda e dirige settimanali di successo come L’Italia settimanale (1992-1995) – periodo in cui parallelamente dà vita alla Fondazione Italia – e Lo Stato (1998-1999) che poi si fonde con Il Borghese del quale diventa direttore editoriale insieme a Vittorio Feltri. Il sodalizio con Feltri, iniziato con L’Indipendente e nel 1994 con Il Giornale, prosegue nel 2004 con Libero e dall’agosto 2009 di nuovo con Il Giornale, di cui Veneziani è attualmente editorialista.  [...]  È stato membro del Consiglio di Amministrazione della RAI durante la XIV Legislatura e membro del Consiglio di Amministrazione di Cinecittà. Attualmente vive a Roma e affianca alla professione di giornalista e scrittore un’«intensa attività di conferenziere».

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 Citato nel testo “Come allenare i figli a studiare con professionalità”  in nota (1) nel capitoletto: Qualche considerazione su conformismo e trasgressione

              È CORAGGIO DA TRASGRESSIVI ?  o VIGLIACCHERIA DA PECORONI! ?  

Una definizione di conformismo può essere: seguire la corrente, fare come fanno tutti, e quella di trasgressione, una dimostrazione di coraggio, di saper andare contro corrente, che si riassume col detto “meglio un giorno da leone che cento da pecora”.                                  

Allora è ancora trasgressione fumare una “canna” o prendere qualche pasticca di “estasi” quando si va in discoteca? Per seguire queste mode ci vuole il coraggio della trasgressione? o è diventato un comportamento da pecoroni?  E dopo? “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino!”  

    Dov’è finita la voglia di primeggiare lealmente, il coraggio di fare sport senza “doparsi”? No comment sui comportamenti degli adolescenti che considerano fuori moda arrivare al matrimonio vergini, eppure oggi dovrebbe essere considerato trasgressivo avere il coraggio della verginità.

Ci sono anche i problemi delle ragazze madri a 15 anni, degli aborti ripetuti, dell’AIDS, problemi che solo a sollevarli si rischia di passare per retrogradi. Un genitore, religioso o ateo, non può non assumersi la responsabilità verso l’educazione dei figli. Oppure è meglio tacere su tutto col rischio di rovinare irrimediabilmente la loro esistenza? Ho l’impressione che molti genitori si comportino come degli istruttori di scuola guida che insegnino a guidare un auto senza spiegare l’uso del freno.

   In una conferenza del biblista Don Renato De Zan, questi faceva notare che già gli antichi ebrei e poi i cristiani tengono ben presente che ogni azione umana si può distinguere tra azione che piace e azione che giova. Ci sono azioni che “piacciono e giovano” che vanno bene per tutti, azioni che “piacciono e non giovano” che sono da non fare, e azioni che “giovano e non piacciono”, che vanno praticate anche se costano sacrifici.

   È indispensabile che noi genitori smettiamo di ritenere che non tocchi a noi educare i nostri figli. Oppure preferiamo che se ne occupino i carabinieri?

Note:

1)  Vedi l’articolo sulle trasgressioni di Marcello Veneziani su Libero del 26/03/2008:

Il rave party e i deliri sinistri dei cattivi maestri”.

Generazione a rischio. I disperati del rave party, figli del nulla. Vanno ai raduni per ridursi a discariche umane. Ma sono solo figli spappolati di una società senza riferimenti. [...]  Il consiglio è “Scegliere trasgressioni in cui non cedete la sovranità della vostra vita ma trasgressioni in cui vi mettete alla prova , nel corpo, nell’anima, nella mente.  Sport ardui e difficili, [...]  lotte politiche ideali.