Don Bosco
Don Bosco
Giovanni Melchiorre Bosco, meglio noto come don Bosco (Castelnuovo d’Asti, 16 agosto 1815 – Torino, 31 gennaio 1888), è stato un presbitero e pedagogo ). Patrono di: Educatori, Scolari, Giovani, Studenti, Canonizzazione: 1º aprile 1934 da papa Pio XI Nascita: Castelnuovo d’Asti, Ducato di Savoia, Venerato da: Chiesa cattolica S. Giovanni Bosco, breve biografia Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 al Colle dei Becchi, una località presso Castelnuovo d ‘Asti, ora Castelnuovo Don Bosco. Di famiglia povera si preparò, fra stenti ed ostacoli, lavorando e studiando, alla missione che gli era stata indicata attraverso un sogno fatto all’età di nove anni e confermata più volte in seguito, in modo straordinario. Studiò a Chieri, a pochi chilometri da Torino. Tra le belle chiese di Chieri Santa Maria della Scala (il duomo) fu la più frequentata da Giovanni Bosco,ogni giorno, mattino e sera. Pregando e riflettendo davanti all’altare della Cappella della Madonna delle Grazie egli decise il suo avvenire. A 19 anni voleva farsi religioso francescano. “Informato della decisione, il parroco di Castelnuovo, don Dassano, avvertì Mamma Margherita con queste parole molte esplicite: “Cercate di allontanarlo da questa idea. Voi non siete ricca e siete avanti negli anni. Se vostro figlio va in convento, come potrà aiutarvi nella vostra vecchiaia?”.Mamma Margherita si mise addosso uno scialle nero, scese a Chieri e parlò a Giovanni: “Il parroco è venuto a dirmi che vuoi entrare in convento. Sentimi bene. Io voglio che tu ci pensi e con calma. Quando avrai deciso, segui la tua strada senza guardare in faccia nessuno. La cosa più importante è che tu faccia la volontà del Signore. Il parroco vorrebbe che io ti facessi cambiare idea, perché in avvenire potrei avere bisogno di te. Ma io ti dico. In queste cose tua madre non c’entra.Dio è prima di tutto. Da te io non voglio niente, non mi aspetto niente. Io sono nata povera, sono vissuta povera, e voglio morire povera. Anzi, te lo voglio subito dire: se ti facessi prete e per disgrazia diventassi ricco non metterò mai più piede in casa tua. Ricordatelo bene”. Giovanni Bosco quelle parole non le avrebbe dimenticate mai. Dopo molta preghiera, ed essersi consultato con amici e con il suo confessore Don Giuseppe Cafasso, entrò in seminario per gli studi della teologia. Fu poi ordinato sacerdote a Torino nella chiesa dell’Immacolata Concezione il 5 giugno del 1841. Don Bosco prese con fermezza tre propositi: “Occupare rigorosamente il tempo. Patire, fare, umiliarsi in tutto e sempre quando si tratta di salvare le anime. La carità e la dolcezza di San Francesco di Sales mi guideranno in ogni cosa”. Venuto a Torino, fu subito colpito dallo spettacolo di centinaia di ragazzi e giovani allo sbando, senza guida e lavoro: volle consacrare la sua vita per la loro salvezza. L’8 dicembre 1841, nella chiesa di San Francesco d ‘Assisi, ebbe l’incontro con il primo dei moltissimi ragazzi che l’avrebbero conosciuto e seguito: Bartolomeo Garelli. Incomincia cosi l’opera dell’Oratorio, itinerante al principio, poi dalla Pasqua 1846, nella sua sede stabile a Valdocco, Casa Madre di tutte le opere salesiane. I ragazzi sono già centinaia: studiano e imparano il mestiere nei laboratori che Don Bosco ha costruito per loro. Nella sua opera educativa fu aiutato da sua madre Mamma Margherita, che fece venire dai Becchi, per sostenerlo e perchè facesse da mamma a tanti suoi ragazzi che avevano perso i propri genitori. Nel 1859 poi invita i suoi primi collaboratori ad unirsi a lui nella Congregazione Salesiana: rapidamente si moltiplicheranno ovunque oratori, scuole professionali, collegi, centri vocazionali, parrocchie, missioni. Nel 1872 fonda l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA)che lavoreranno in svariate opere per la gioventù femminile. Confondatrice e prima superiora fu Maria Domenica Mazzarello (1837-1881)che verrà proclamata santa il 21 giugno 1951, da Pio XII. Ma Don Bosco seppe chiamare anche numerosi laici a condividere con i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice la stessa sua ansia educativa. Fin dal 1869 aveva dato inizio alla Pia Unione dei Cooperatori che fanno parte a pieno titolo della Famiglia Salesiana e ne vivono lo spirito prodigandosi nel servizio ecclesiale. A 72 anni, sfinito dal lavoro, secondo quanto aveva detto: “Ho promesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani”. Don Bosco muore a Torino-Valdocco, all’alba del 31 gennaio 1888. Fu beatificato il 2 giugno 1929 è dichiarato santo da Pio XI il l aprile 1934, domenica di Pasqua. In seguito, molti altri sono venuti a gettare nei solchi semi di vita: Domenico Savio, Don Rua, Don Rinaldi…affinché il terreno continuasse ed essere fertile, anche dopo Don Bosco. Dal “Messaggio riservato ai genitori cattolici “ (praticanti e non, … solo se interessati) riporto il capitoletto rigardante alcuni sogni profetici di DON BOSCO
PRIMO SEGNO: I SOGNI “PROFETICI” DI DON BOSCO
Qualcuno anni fa mi parlò dei sogni di Don Bosco sulle missioni salesiane in America latina, sogni che sono stati riconosciuti in Francia, come profetici, e ho voluto andare in una biblioteca salesiana a leggerne qualcuno. Così ho, scoperto che Don Bosco di sogni profetici, ne aveva fatti molti. (Cfr. sac. E. Ceria, “Memorie Biografiche di Don Bosco.” Vol. 16 pag 384 e seguenti, Torino, SEI 1935)
FUNERALI A CORTE
I primi sogni che cito riguardano degli avvenimenti riguardanti la casa reale la cui veridicità è verificabile immediatamente. Mentre in parlamento a Torino si stava discutendo la legge contro l’esproprio dei beni delle congregazioni religiose, una notte del novembre 1854 gli apparve in sogno un valletto vestito di rosso che gridò “funerale a corte”. Don Bosco allora scrisse una lettera al re, avvertendolo del sogno premonitore chiedendogli di sospendere l’iter parlamentare della legge, ma non fu ascoltato e il 15 gennaio 1855 la regina madre Maria Teresa morì. Alcuni giorni dopo la morte della regina madre, don Bosco sognò di nuovo il valletto vestito di rosso che gridò nuovamente“funerali a corte”. Allora il santo riscrisse al re Vittorio Emanuele II narrandogli il nuovo sogno, per esortarlo a non far promulgare la legge, ma rimase inascoltato, e poco dopo morì prima la moglie del re la regina Maria Adelaide (20 gennaio 1855), poi seguì la morte di suo fratello e per ultimo quella di suo figlio di 4 mesi.
VIAGGIO IN TRENO LUNGO LA CORDIGLIERA DELLE ANDE
Ma ciò che mi ha stupito di più sono i sogni riguardanti le missioni dei Salesiani in America latina. Nel 1872 Don Bosco sognò di fare un lungo viaggio in treno attraverso la Cordigliera delle Ande, dal Venezuela fino alla Patagonia. Un viaggio in treno su linee ferroviarie e stazioni che saranno costruite decine di anni dopo. Poi, in sogno, trasportato in volo giù fino alla Terra del Fuoco, vide e descrisse la geografia di posti dei quali non esistevano ancora le carte geografiche, ma soprattutto lungo il viaggio nel sogno ricevette le coordinate di longitudine e latitudine dei luoghi dove sarebbero sorte alcune case salesiane e di miniere di carbon fossile, di rame, di argento, di giacimenti di petrolio e di altri minerali che sono stati scoperti solo molti anni dopo. A Comodoro Rivadavia in Argentina, città fondata nel 1901, nel 1907 cercando l’acqua, furono trovati enormi giacimenti di petrolio e nel 1911 a Chuquicamata fu trovato il rame. Da allora consultando i suoi sogni furono cercate e trovate diverse altre miniere, e ancor oggi si cercano miniere d’argento. Riferendosi alle future ricchezze dell’America del Sud raccontò “tra il grado 15 e il 20 vi era un seno assai largo e assai lungo (un altopiano) che partiva da un punto ove si formava un lago. Allora una voce disse ripetutamente: “Quando si verrà a scavare le miniere nascoste in mezzo a questi monti, apparirà qui la terra promessa fluente latte e miele. Sarà una ricchezza inconcepibile”.
ANCHE BRASILIA (costruita a partire dal 1956) È STATA VISTA IN SOGNO da DON BOSCO
“Nel 1883 il sacerdote italiano Giovanni Bosco ebbe un sogno profetico, in cui descrisse una città futuristica che corrispondeva più o meno all’ubicazione di Brasilia. Oggi, a Brasilia, vi sono numerosi riferimenti a questo educatore che fondò la Congregazione dei Salesiani. Una delle principali cattedrali porta il suo nome, così come l’ ”eremida Dom Bosco”, punto panoramico dove Giovanni Bosco avrebbe affermato che sarebbe nata questa città “dai frutti giganteschi”. Dal Secondo Sogno Missionario di Don Bosco, avuto a San Benigno Canavese (TO) il 30 agosto 1883, Don Bosco lo raccontò il 4 settembre ai membri del Terzo Capitolo Generale. Don Lemoyne lo mise subito per iscritto e Don Bosco poi lo completò e lo ritoccò.” (vedi BRASILIA in Wikipedia) Questi sogni narrati da Don Bosco e trascritti quasi cento anni prima che la ferrovia sulle Ande e Brasilia fossero costruite, fanno pensare che veramente, oltre alla realtà “materiale”, esista anche una realtà “spirituale” non misurabile e non ripetibile scientificamente perché fuori dallo spazio e dal tempo.
IL SOGNO DELLE DUE COLONNE IN MEZZO AL MARE
Dipinto raffigurante il sogno profetico di don Bosco sul futuro della Chiesa In fondo alla basilica di Maria Ausiliatrice di Torino, voluta da don Bosco, si trova il dipinto raffigurante il famoso “Sogno delle due colonne”, considerato profetico sul futuro della Chiesa[23].Il sogno, raccontato dal futuro santo la sera del 30 maggio 1862, descrive una terribile battaglia sul mare, (la battaglia di Lepanto ) scatenata da una moltitudine di imbarcazioni contro un’unica grande nave, che simboleggerebbe la Chiesa cattolica. La nave, colpita ripetutamente, viene guidata dal papa ad ancorarsi, sicura e vittoriosa, fra due alte colonne emerse dal mare. Queste ultime rappresenterebbero la prima l’Eucaristia, simboleggiata da una grande ostia con la scritta “Salus credentium”, la seconda la Madonna, simboleggiata da una statua dell’Immacolata con la scritta “Auxilium Christianorum”. La notte del 13 settembre 1953 il beato cardinale Schuster, allora arcivescovo di Milano, che si trovava a Torino come Legato Pontificio al Congresso Eucaristico Nazionale, durante il solenne pontificale di chiusura dedicò a questo sogno una parte rilevante della sua omelia[24]. (Il sogno delle due colonne su Wikipedia)