Dan Brown

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Dan Brown  

Dan Brown (Exeter, 22 giugno 1964) è uno scrittore statunitense di thriller.

I suoi primi tre libri ebbero un riscontro medio, ma il quarto romanzo, Il codice Da Vinci, divenne un bestseller, salendo in cima alla lista dei New York Times Best Seller già nella prima settimana di pubblicazione, nel 2003. Con le oltre 80 milioni di copie vendute[1], il Codice è da considerarsi tra i libri più conosciuti e venduti al mondo.

Dan Brown è stato accusato dagli storici Michael Baigent e Richard Leigh di aver scritto Il codice Da Vinci copiando il loro libro Il santo Graal (The Holy Blood and the Holy Grail), edito nel 1982 e scritto insieme al giornalista Henry Lincoln. La Corte d’appello di Londra ha però dichiarato Brown non colpevole.

Paradossalmente, per avere qualche possibilità di vincere la causa, Baigent e Leigh avrebbero dovuto ammettere che il loro libro non era affatto una seria ricerca storica, come avevano sempre sostenuto, ma un’opera di pura finzione: almeno secondo la legge inglese, per Dan Brown sarebbe stato illegittimo riprendere così ampiamente trama ed elementi di una precedente opera di fiction, mentre è lecito utilizzare un saggio storico per trasformarlo in un romanzo. Il giudice inglese non si è infatti sentito di stabilire un principio che avrebbe impedito a qualunque futuro autore di romanzi di ispirarsi a libri presentati come “di storia” (e non di fiction) per le loro trame. Il fatto che la storia del Priorato di Sion sia fasulla o che quella de Il mistero del Graal sia storia non accademica e di serie B è legalmente irrilevante: nella sentenza, il giudice scrive che in effetti, dopo la pubblicazione del libro di Baigent e Leigh, «è emerso materiale che ha suggerito che il cosiddetto mistero di Rennes-le-Château e i documenti del Priorato di Sion erano tutti parte di una complessa mistificazione in cui Pierre Plantard ha avuto un ruolo significativo» e che nella testimonianza, Baigent «ha affermato di avere sempre avuto sospetti su Plantard, ma non trovò traccia di questi sospetti in The Holy Blood and the Holy Grail. Al contrario, era essenziale perché The Holy Blood and the Holy Grail fosse credibile sostenere che il Priorato di Sion aveva una base plausibile [nei documenti di Plantard], perché senza questa buona parte di The Holy Blood and the Holy Grail semplicemente sparisce come libro credibile ed emerge a sua volta come una mistificazione o come una semplice opera di fiction».

Il giudice ha imposto a Baigent e Leigh il pagamento di 2 milioni di sterline per le spese legali, ma Baigent, ripubblicando il materiale de Il santo Graal nel nuovo libro The Jesus Papers (che contiene poco altro di nuovo), è riuscito ad approfittare della pubblicità generata dal caso.

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 Citato nell’Appendice “Messaggio ai genitori cattolici (praticanti e non, solo se interessati)” al Testo “Come allenare i figli a studiare con professionalità” nel capitolettoHanno un fondamento le tesi anticattoliche alla moda?

   È vero quanto raccontano il romanziere Dan Brown e il matematico Piergiorgio Odifreddi? Oppure le loro tesi sono solo dovute al loro dichiarato anticattolicesimo?

Dan Brown nel suo romanzo “Il Codice Da Vinci” racconta, come vero e documentato, che Gesù Cristo, discendente del re David biblico, ebbe un figlio dalla sua presunta sposa Maddalena, discendenza continuata, coi Merovingi fino ai giorni nostri. Fatto che la Chiesa avrebbe tenuto nascosto con ogni mezzo, e che costituirebbe il vero segreto del “Sang Real” (sangue reale) segreto scoperto dai Templari e tramandato fino a noi dal Priorato di Sion e dai Massoni, come (a suo dire) risulterebbe provato da “les Dossiers Secrets”. Così nasce il thriller che ai giorni nostri avrebbe portato l’Opus Dei a uccidere i superstiti custodi del segreto. (Pertanto secondo Dan Brown il Santo Graal non sarebbe il calice usato da Gesù durante l’ultima cena, nel quale poi Giuseppe d’Arimatea avrebbe raccolto il sangue di Gesù, come raccontano gran parte dei testi medievali, ma indicherebbe la discendenza di Gesù, e l’Opus Dei sarebbe una banda di assassini . Più calunnia di così!) (1)  

1). Il dottor Massimo Introvigne ha ampiamente documentato che “Le Dossiers Secrets” ritrovati alla “Blibiothèque National de Paris” nel 1975 ,sono un falso dichiarato, documenti che sono stati ritrovati da chi li aveva costruiti e depositati presso la stessa biblioteca qualche anno prima. Vedi su www.censur.org “Il codice da Vinci: ma la storia è un’altra cosa”, di cui riporto la prima parte: “1. L’anti-cattolicesimo come ultimo pregiudizio accettabile”

Immaginiamo questo scenario. Esce un romanzo in cui si afferma che il Budda, dopo l’illuminazione, non ha condotto la vita di castità che gli si attribuisce, ma ha avuto moglie e figli. Che la comunità buddista dopo la sua morte ha violato i diritti della moglie, che avrebbe dovuto essere la sua erede. Che per nascondere questa verità i buddista nel corso della loro storia hanno assassinato migliaia, anzi milioni di persone. Che un santo buddista scomparso da pochi anni – che so, un Daisetz Teitaro Suzuki (1870-1966) – era in realtà il capo di una banda di delinquenti. Che il Dalai Lama e altre autorità del buddista internazionale operano per mantenere le menzogne sul Budda servendosi di qualunque mezzo, compreso l’omicidio. Pubblicato, il romanzo non passa inosservato. Autorità di tutte le religioni lo denunciano come un’odiosa mistificazione anti-buddista e un incitamento allo scontro fra le religioni. In diversi paesi la sua pubblicazione è vietata, fra gli applausi della stampa. Le case cinematografiche, cui è proposta una versione per il grande schermo, cacciano a pedate l’autore e considerano l’intero progetto uno scherzo di cattivo gusto.   Lo scenario non è vero, ma ce n’è uno simile che è del tutto reale. Solo che non si parla di Budda, ma di Gesù Cristo; non della comunità buddista, ma della Chiesa cattolica; non di Suzuki e del suo ordine zen ma di san Josemaría Escrivá (1902-1975) e dell’Opus Dei da lui fondata; non del Dalai Lama ma di Papa Giovanni Paolo II. Il romanzo in questione ha venduto tre milioni e mezzo di copie negli Stati Uniti (nel 2006 le copie vendute superavano già i 60 milioni), è sbarcato anche in Italia e la Sony ne ha tratto un film, che diretto da Ron Howard. Come è stato correttamente osservato dallo storico e sociologo americano Philip Jenkins, il successo di questo prodotto è solo un’altra prova del fatto che l’anti-cattolicesimo è «l’ultimo pregiudizio accettabile».