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LETTERA APERTA a STUDENTI, GENITORI e INSEGNANTI

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A OGNUNO LE PROPRIE RESPONSABILITÀ

(per conoscenza  al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini, al Sottosegretario della Pubblica Istruzione Davide Faraone, alla Presidente Regionale del F.V.G. Debora Serracchiani e all’Assessore Regionale alla cultura Loredana Panariti) 

         I l prof Gianfranco Galli evidenzia che l’attuale gravissima situazione della SCUOLA ITALIANA, dipende dallo scarso acculturamento del 81% delle famiglie italiane, da cui provengono gli studenti che mantengono, durante tutto il periodo degli studi alle superiori, una media di 4 gravi insufficienze. (vedi allegato 2 LETTERA APERTA AL PRESIDENTE RENZI)

La Buona Scuola, tra le principali finalità pone, quella di garantire a tutti gli allievi la Pari Opportunità di partenza e quella di recuperare la maggior parte possibile dei settecentomila studenti che annualmente abbandonano la scuola, pertanto il prof. Gianfranco Galli si rivolge direttamente a genitori, studenti e insegnanti sollecitando le tre  categorie interessate a fare la propria parte, assumendosi ognuna le proprie responsabilità iniziando :

-  dai genitori, che se riassumeranno il loro ruolo di educatori, motivando e allenando i figli a studiare con professionalità,

-  metteranno i figli, in grado di andare a scuola per fargliela vedere a compagni, genitori e insegnanti che, (senza costrizioni), sono capaci di ottenere ottimi risultati agevolando il compito dei docenti;

-  così gli insegnanti potranno assicurare a tutti i loro allievi la PARI OPPORTUNITÀ di partenza e recuperare buona parte dei settecentomila studenti che ogni annuo abbandonano la scuola.   

Ecco perché, non potendosi stabilire per legge quale debba essere il comportamento del singolo genitore, studente o insegnante, il prof Galli si rivolge direttamente a loro e alla stampa alla quale chiede di non limitarsi a pubblicare soltanto articoli che evidenziano la gravità della situazione, ma di far conoscere anche le proposte che indicano possibili soluzioni per uscire da tale situazione, promuovendo un dibattito sul RUOLO di GENITORI, STUDENTI e INSEGNANTI perché senza l’apporto di tutte le parti interessate non si va da nessuna parte.  

Augurandomi che questa iniziativa sia condivisa da molti, e che si riesca a trovare il modo di far uscire la nostra scuola dall’ultimo posto in classifica in Europa, porgo a tutti cordiali saluti

Rino Fasolo

Vicepresidente della Editrice Professione Studente SrL 

Scarica la LETTERA APERTA a GENITORI, STUDENTI e INSEGNANTI

Scarica altri documenti di approfondimento:

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE  M. RENZI

LETTERA SERRACCHIANI

CORSERA

BAMBOCCIONI

GALLI Pordenonelegge 2012

 

 

LETTERA APERTA a Matteo RENZI

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Signor Presidente,
a Pordenone  giorni fa abbiamo assistito ad una entusiasmante adunata degli alpini che, con il loro esempio, ci hanno fatto capire che le nostre radici sono ancora ben salde e che possiamo contare su una tradizione di altruismo e solidarietà, che ci farà uscire dallo stato di rassegnata decadenza attuale. L’esempio di solidarietà, di impegno, e di coraggio nel concludere la sfilata sotto un diluvio d’acqua e di tempesta, ci ha dato il coraggio, di inviarLe questa lettera aperta.

Si tratta di una lunga lettera, che si può riassumere così: Sono inutili, anzi dannose, le Interrogazioni punitive di chi è impreparato e occorre sostituirle con lezioni partecipate, tenute da studenti che, guidati dagli insegnanti, hanno consultato testi e riviste di settore, aggiornate sugli argomenti trattati dal testo in adozione e presentate dagli insegnanti, con linguaggio e velocità adeguate al grado di apprendimento della classe.

Gli studenti debbono essere chiamati a partecipare attivamente alle lezioni e non limitarsi ad ascoltare passivamente tutto cio che viene esposto in classe, senza prima aver suscitato la curiosità e l’interesse di chi ascolta. L’insegnante non fa il suo dovere se si limita a fare da giudice, dividendo coi voti i buoni dai cattivi. Non è stata una conquista quella dei sessantottini che chiedevano la promozione di gruppo, e non è severità quella di distribuire, durante tutto l’anno dei brutti voti, per giungere poi a promuovere, con CREDITI DI VARIO GENERE, chi si presenta ripetendo, in qualche modo, ciò che è stato spiegato nell’ultimo mese di lezione.

   l’autore Gianfranco Galli
….

Scarica la Lettera a Renzi completa in PDF

 

MESSAGGIO RISERVATO AI GENITORI CATTOLICI

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MESSAGGIO RISERVATO AI GENITORI CATTOLICI
(praticanti e non, solo se interessati)

 

.  

Quel che non costa niente, non vale niente. Perciò, se leggete quest’articolo, date qualcosa a qualcuno che ne ha bisogno.

Ricordando i diritti imprescrittibili del lettore ed in particolare i primi 3:
I. Il diritto di non leggere
II. Il diritto di saltare le pagine
III. Il diritto di non finire il libro
IV. Il diritto di rileggere
V. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
VI. Il diritto di bovarismo
VII. Il diritto di leggere ovunque
VIII. Il diritto di spizzicare
IX. Il diritto di leggere a voce alta
X. Il diritto di tacere

Introduco questa ricerca, fatta per rispondere, innanzitutto a me stesso, alle seguenti domande:
1) può la SCIENZA dimostrare: l’esistenza, o la non esistenza di DIO?
e se DIO esiste:
2) GESÙ CRISTO è figlio dell’unico Dio? oppure è un mago, del quale non è certa nemmeno la sua esistenza storica?
3) L’INFERNO esiste?
E se esiste … non ci va nessuno?  oppure possono andarci tutti, … anch’io?  

La Madonna di Medjougorie ha detto che molti vanno all’inferno perché credono che non esista.

Scarica il Messaggio integrale in PDF

 

 

 

Intervista a Gianfranco Galli a PordenoneLegge

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Pordenonelegge 2012
Incontro con l’autore Gianfranco Galli
presentato dal dr Giuseppe Ragogna

Con una originale prospettiva di “training” personale. Gianfranco Galli propone alcune importanti riflessio-ni sul rapporto tra metodo di studio e risultati scolastici.
Una prospettiva diversa, che esce dalle direttrici della pedagogia tradizionale, per attingere al mondo della preparazione sportiva e dell’impegno sul lavoro.
(presentazione fatta dallo Staff di “pordenonelegge”)
“Come allenare i figli a studiare con professionalità”

Domanda: Professor Galli perché questo titolo all’intervista?”
Risposta: Recenti statistiche confermano che il 70% degli studenti hanno in media più di 3 gravi insufficienze, e ciò si spiega perché gli Studenti, svogliati, vanno a scuola solo per obbligo e, non ottenendo risultati soddisfacenti, per sentirsi protagonisti fanno i bulli, e presto o tardi abbandonano la Scuola..
Evidentemente, finché gli studenti continueranno a rinviare le interrogazioni, a marinare la scuola quando ci sono compiti in classe, a ricorrere all’uso scorretto dei telefonini, collegandosi in Internet per ottenere aiuti esterni, e i professori, per non essere imbrogliati, saranno costretti a usare le interrogazioni per mante-nere la disciplina, la situazione non potrà migliorare.

D. Scusi professore, allora che cosa si dovrebbe fare?
R. Il cambiamento può venire solo dai genitori, tanto è vero che alcune scuole organizzano corsi per genitori, e stanno anche sorgendo associazioni tra genitori, specializzate per tale tipo di corsi, molte presso le Scuole Salesiane (cospespn@tin.it )
Ma esiste anche una soluzione che ho illustrato nel mio testo “Come allenare i figli a studiare con professionalità”.
Come spiegavo tempo fa a una mamma, che mi aveva chiesto perché avessi scritto il manuale indirizzato ai genitori, la risposta è evidenziata nel sottotitolo “Se i professori (con i voti) arbitrano solo partite ufficiali, l’allenatore chi lo fa?”. E, citando il motto che Henry Ford aveva fatto scrivere sui muri della propria fabbrica di automobili: “se non capisci il problema … fai parte del problema”, le avevo spiegato che lei, come molti altri genitori incon-trati durante i miei anni di insegnamento di Informatica gestionale, vorrebbe aiutare suo figlio nello studio, ma ritiene di non essere in grado di farlo, perché pensa di non sapere niente delle materie di studio del suo ragazzo.
Il problema sta proprio nel fatto che i genitori credono di dover-si sostituire agli insegnanti, mentre sono i figli che debbono concentrarsi su ciò che viene spiegato in classe al mattino ed essere poi in grado di raccontarlo ai genitori. Basterebbe che lei signora abituasse suo figlio a comportarsi come un giornalista che, prima di partecipare a una conferenza stampa, esamina l’argomento per poter interloquire con il relatore, prende appunti di ciò che viene detto durante la conferenza e scrive l’articolo subito dopo. Così facendo, lei alla sera, rivolgendo a suo figlio delle domande sensate e ascoltando le spiegazioni che lui le darà o non le darà, gli toglierà l’incubo delle interrogazioni, e diventerà il suo allenatore ideale. Ciò perché se lei non capirà le spiegazioni che il figlio le darà, vuol dire che neanche lui aveva capito le spie-gazioni del professore, e a sua volta il ragazzo potrà chiedere chiarimenti al professore rivolgendogli le stesse domande che lei ha fatto a lui.
D. Caro professore è tutta qui la sua proposta? Non le sembra un po’ poco per cambiare la grave situazione scolastica?
R. A prima vista chiedere spiegazioni agli insegnanti sembra un fatto banale, mentre in realtà ciò genera delle conseguenze di enorme portata. Infatti con la richiesta di chiarimenti si rovesciano i ruoli tra insegnante e allievo perché è lo studente che in-terroga e l’insegnante che deve rispondere.
Quando lo studente chiede un chiarimento, dimostra al professore di seguire le sue lezioni con interesse e questi si sentirà obbligato a rispondergli amichevolmente, inoltre il professore non temendo più di essere imbrogliato, muterà con lui il suo modo di interrogar-lo anche in futuro e tutte le interrogazioni potranno divenire dei colloqui amichevoli e non più degli “interrogatori da inquisizione”. (Tra l’altro, se lo studente venisse interrogato subito dopo, evi-terebbe di essere interrogato su ciò che ha appena dichiarato di non aver ben capito). Si noti che le richieste di chiarimenti, sono ben accette da parte dell’insegnante perché gli sono utili per verificare ciò che la classe non ha recepito, e che lui dovrebbe rispiegare.
Il meccanismo virtuoso si innesca quando le richieste di chiarimenti dello studente si estendono alle materie più importanti, perché più professori constateranno che lui si è messo a studiare d’impegno.
D. Scusi prof. perché lei parla solo del rapporto genitori figli, chiamando in causa gli insegnanti solo indirettamente?
R. Non v’è dubbio che i genitori debbono anche relazionarsi me-glio con gli insegnanti, ad esempio richiedendo incontri a tre geni-tore-figlio-insegnante, non per sgridare i ragazzi ma per capire i loro problemi e aiutarli a risolverli. I genitori dovrebbero anche partecipare più numerosi ai consigli di classe, magari chiedendo di potersi alternare tra loro, per seguire attivamente ciò che si sta svolgendo in classe durante l’anno scolastico. E, a tal proposito, potrebbero chiedere che, almeno gli insegnanti delle materie più importanti, agevolino la partecipazione attiva da parte dei genitori effettuando delle prolusioni che spieghino a genitori e allievi i punti salienti del programma che sarà svolto durante l’anno.
D. E come la mettiamo con i genitori che, per gli impegni di lavoro, non hanno tempo di seguire il figlio nello studio?
R. Questo è un falso problema perché il tempo si trova, basta volerlo, tra l’altro il manuale per i genitori suggerisce come farlo impegnandosi anche solo cinque dieci minuti al giorno (approfittando anche dei ritagli di tempo in macchina, o quando capita di parlare con il figlio) per abituarlo a rispettare le “regole del gioco” della professionalità che sono: pensare un piano, eseguirlo a regola d’arte e controllare di aver raggiunto gli obiettivi prefissati.
Evidentemente per fare l’allenatore nello sport bisogna sapere come si gioca, così i genitori per sapere come allenare i figli a studiare con professionalità devono leggersi prima i due manuali e poi, assistere il figlio quando leggerà la prima volta il manuale a lui dedicato. (Non si può raccogliere se prima non si semina).
Questi due manuali, oltre ad aiutare a stabilire un rapporto ideale con i figli, che unisce di più la famiglia, permettono di evi-tare le lezioni private, (una sola ora di ripetizione costa più dei due manuali insieme). In sintesi l’aiuto dei genitori si riduce ad interes-sarsi dei problemi quotidiani dei figli, mostrando come si fanno bene le cose, perché dall’esempio nascono le motivazioni più efficaci. (motivazioni che contribuiscono da sole per il 30 % del successo).
D. Professore può spiegarci le caratteristiche più importanti del “Manuale dello studente professionista”?
R. Anche questo manuale ha un sottotitolo molto significativo “Come andare a scuola per essere promossi sempre” e tratta “le regole del gioco” ossia i “fondamentali” dello studio:
- andare a scuola ben motivati per sfruttare al 100% il tempo passato in classe, collaborando attivamente con gli insegnanti senza più la paura delle interrogazioni, riducendo conseguentemente della metà il tempo da dedicare allo studio a casa,
- leggere per capire e ricordare (quando si legge si deve cerca-re ciò che ci interessa trascurando i bla … bla, leggendo a velocità variabile secondo le difficoltà del testo, cambiando marcia come si fa quando si guida); – prendere appunti in modo chiaro, anche delle domande e risposte delle interrogazioni dei compagni, per affrontare le interrogazioni col senno di poi; – come “allenarsi per i compiti scritti”, evitando con le “checking-list” gli errori abi-tuali, per poterli eliminare prima di consegnare i compiti in classe e raggiungere, dopo due o tre compiti, la sufficienza; – come “or-ganizzare il proprio lavoro“ in modo efficiente (nei tempi previsti).
D. Professore ci vuol spiegare il perché del “Messaggio riservato ai genitori cattolici”(credenti e non, solo se interessati.)
R. Mi è sembrato che per i genitori cattolici il dovere di educare i figli dovesse comprendere anche il dovere di trasmettere i propri valori morali e di difendere le nostre radici cristiane che rischiano di essere sradicate dall’invasione islamica, così ho spezzato una lancia contro il malcostume della bestemmia tra i giovani anche-per evitare che facciano figure da cafoni.
Poi, reagendo alla provocazione di coloro che, con cartel-loni in piazza e con spot pubblicitari sugli autobus, invitavano a sbattezzarsi, ho deciso di controllare se i proclami dei personaggi alla moda si fondano su realtà storiche e razionali oppure soltanto su preconcetti anticlericali. Quindi ho controllato le posizioni storiche più accreditate, tra le altre, quella dell’illuminista Voltaire che, ammette l’esistenza del “grande orologiaio”, ma si rifiutava di credere che questi potesse essere il Dio dei Cristiani ritenendo le catastrofi naturali incompatibili con l’ infinita bontà di Dio (1)
Ho confutato il matematico P. Odifreddi citando Benedetto Croce e portando le prove extra cristiane dell’esistenza dell’uomo Gesù.
Poi ho appurato che la scienza non può occuparsi di fatti fuori dal-la spazio e dal tempo, fatti non ripetibili in laboratorio, ma indirettamente ha dimostrato che, in base al 2° principio della termodinamica, l’universo non può essere Dio, perché, se l’universo fosse eterno, avrebbe avuto tutto il tempo per raffreddarsi completamente e, poiché ciò non è avvenuto, l’universo deve essere stato creato da qualcun altro.
Dunque il vero problema non è se Dio esiste o no, ma se Dio si è fatto uomo o no, e proseguendo la ricerca mi sono im-battuto in tre “segni”, che mi sono parsi particolarmente significativi per chi cerca delle conferme alla sua fede, segni che sono:
i sogni profetici di Don Bosco, descritti 100 anni prima del loro avverarsi (dunque lo spirito esiste ed è fuori dal tempo e dallo spazio);
la fotografia computerizzata delle pupille della Madonna di Guadalupe che mostrano i 13 testimoni dell’apparizione.;
la Sacra Sindone, che testimonia la morte e la resurrezione di Gesù Cristo come è stata descritta nei vangeli che pertanto trova-no una conferma della loro veridicità.
Segni concreti, fatti non opinioni, che provano che la fede cattolica non è una favola inventata dai preti, ma una realtà misteriosa che costituisce la più importante eredità da lasciare ai propri figli.
Da qui l’opportunità della riflessione sulla scommessa di Pascal che invita a chiedersi: la vita futura dell’uomo è con il Cristo risorto o si chiude in un pugno di cenere frutto della cremazione?
1). Nel 2005 lo spagnolo C. Valverde, ha trovato in una rivista del tempo, che Voltaire il 2 marzo 1778, due mesi prima di morire, dopo una forte emorragia, dichiarò per iscritto “che voleva morire nella religione cattolica nella quale era nato, domandando perdono a Dio e alla Chiesa per le offese che poteva loro aver fatto.” (Anche i peggiori nemici della Chiesa possono cambiare idea)
(Dal sito qui  si può scaricare gratuitamente l’intero messaggio riservato ai cattolici.)

Recensione F. Mazzotta

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UN MANUALE INSEGNA COME ESSERE PROMOSSI SEMPRE.

“Due libri che costano meno di una lezione di ripetizioni private, ma che le evitano tutte” così definisce l’autore Gianfranco Galli i due agili volumi, che verranno distribuiti in città e provincia di Pordenone in provincia di Udine, Gorizia, Trieste, Treviso e Belluno.

Il Galli, laureatosi alla Cattolica di Milano in Economia e Commercio, dopo una carriera culminata come amministratore delegato di una società per azioni del settore infor-matico, ha insegnato informatica gestionale negli istituti del Pordenonese dall’ ITC Matiussi al Marchesini di Sacile.

Il “Manuale dello studente professionista”pubblicato dalla Editrice Professione Studente, insegna agli studenti un metodo che egli ha già applicato con successo nelle sue classi, che si basa sull’applicazione del metodo dell’allenamento sportivo e di altre tecniche utilizzate nel settore privato per il controllo degli obiettivi, per essere promossi sempre senza eccessiva fatica.

Il secondo volume “Come allenare i figli a studiare con professionalità “è dedicato ai genitori, che spesso – afferma il Galli – delegano alla scuola compiti che solo loro sono in grado di svolgere nella crescita dei ragazzi e non solo per quanto riguarda lo studio, ma anche per quanto concerne la loro maturazione civica e spirituale. Si segnala inoltre che è attivo anche il sito Internet con informazioni supplementari sui testi.

Francesco Mazzotta

Dal Gazzettino di Pordenone del 19 maggio. 2010.

 

Recensione R. De Zan

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Un aiuto agli studenti nel libro del prof. Gianfranco Galli

Come andare a scuola per essere promossi sempre

Petronio diceva : “Ciò che impari lo impari per te”(Satyricon 46,8) Oggi purtroppo molti studenti fanno molta fatica a comprendere questa massima del contemporaneo di Nerone. Sono più propensi a ripetere – naturalmente nel segreto del loro animo –ciò che diceva Seneca (Epistula 33,8) : “Non impariamo per la vita, ma per la scuola”. Molto spesso, infatti gli studenti stentano a comprendere che ciò che la scuola insegna serve a vivere e non a far contento un docente. Oggi c’è anche una seconda tendenza: la fatica costa, e se possibile, si evita. Eppure senza fatica e costanza è difficile progredire nell’apprendimento. Diogene Laerzio attribuisce ad Aristotele questa massima: “Le radici dell’apprendimento sono amare, i frutti dolci” (Vite dei filosofi 5,18).

Come aiutare gli studenti di oggi a comprendere che si impara per maturare se stessi e per la vita? Come sostenerli nella fatica dell’imparare? La risposta non è facile. I genitori che hanno a cuore i propri figli cercano di capire, di attuare dialogo e strategie. Spesso hanno bisogno che qualcuno apra loro certe strade. Un buon aiuto potrebbe venir loro dalla fatica di un uomo,il prof. Gianfranco Galli, che dalla sua esperienza e riflessione ha maturato un breve lavoro dal titolo accattivante: “Manuale dello studente professionista” ovvero “Come andare a scuola per essere promossi sempre”. Si tratta di un’opera redatta in due volumi: uno per lo studente l’altro per i genitori.  Ponendosi nella scia dei grandi maestri come J. Guitton, che scrisse un agile libretto (Il lavoro intellettuale) per aiutare gli studenti nella loro fatica, l’autore ha voluto trasfondere in brevi e agili pagine un simpatico gruzzoletto di consigli pratici e puntuali, che risulteranno molto utili alle giovani generazioni di studenti.  Con pazienza e senza la pretesa della compiutezza a tutti i costi, vengono affrontati i punti nevralgici per affrontare e fare propria l’anima delle due principali discipline scolastiche: l’italiano e la matematica. A conclusione di ogni sezione c’è una breve serie di consigli minuti. L’autore li chiama “Note operative”.

Il linguaggio non è quello del docente, ma quello degli studenti. La sapienza, invece, non è quella degli studenti, ma del saggio che, dopo tanti anni di lavoro nel privato e poi di docenza, vuole elargire in sintesi quello che ha maturato di fronte a diversi studenti in situazione di difficoltà culturale.

Questo libro rappresenta in breve l’amore paterno per le giovani generazioni, il cui mondo di fatiche alle volte sono incomprese e il cui mondo di sogni spesso non ò preso sul serio dagli adulti.

Nel breve opuscolo dedicato ai genitori(“Come allenare i figli a studiare con professionalità” ovvero “Se il professore (con i voti) arbitra solo partite ufficiali, l’allenatore chi lo fa?) ci sono diverse attenzioni. Alcune possono sembrare superate, altre meno. Tra queste attenzioni l’autore ne ha una per i genitori cattolici (ma può servire liberamente per tutti). Dietro a queste attenzioni, tuttavia , c’è una tesi importante. L’educazione è frutto di dialogo, Qualunque problema – dalla bestemmia alla droga, dai pregiudizi laicisti alla cafonaggine, dalla esistenza storica di Cristo alla cattiva testimonianza di alcuni politici e di alcuni – non va mai censurato ma discusso. Giudicare non risolve il problema. Capire radici, cause, cultura, ecc. è una strada di soluzione. L’autore,poi, sceglie delle esemplificazioni secondo la sua sensibilità (i sogni profetici di don Bosco, la fotografia computerizzata delle pupille della Madonna di Guadalupe, la Sacra Sindone) per avvalorare in forma esperienziale i valori della fede cristiana. Chi scrive avrebbe scelto altri segni, ma questi sono stati scelti dal prof. Galli per rendere seria e oggetto di riflessione la scommessa di Pascal: la vita futura dell’uomo è con il Cristo risorto o si chiude in un pugnetto di cenere frutto della cremazione?

Don Renato De Zan

 (Biblista, professore all’Università Vaticana.)

Dal Popolo di Pordenone del 20 maggio 2012

Recensione G. Griffoni

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MANUALI PER LO STUDIO PERFETTO 

I due volumi di Galli: uno per i ragazzi e uno per i genitori

Già dalle prime pagine di questi due manuali si capisce che si tratta di qualche cosa di diverso dai soliti manuali, perché il dottor Gianfranco Galli, che ha chiuso la sua carriera manageriale di dirigente commerciale come insegnante di informatica gestionale ai ragionieri programmatori, non temeva di andare controcorrente, a costo di non incontrare l’approvazione dei colleghi più ligi alle prassi burocratiche in uso. Specialmente nel testo indirizzato ai genitori, l’autore cita i comportamenti virtuosi dei colleghi che lui stesso ha cercato di imitare, controllando i quaderni degli appunti dei ragazzi, verificando così direttamente ciò che la maggioranza della classe non aveva recepito delle sue spiegazioni e venendo a conoscenza delle spiegazioni che avrebbe dovuto ripetere o completare. L’autore, sull’esempio di una settantenne insegnante la cui classe sembrava composta tutta da geni, aveva inoltre modificato radicalmente il proprio rapporto con i genitori, esigendo che negli incontri con loro ci fossero sempre presenti anche i ragazzi, per poter esaminare assieme le eventuali difficoltà e come risolverle.

Il “Manuale dello studente professionista” trasuda la concretezza del lavoro ben fatto, l’autore insegna come leggere il testo individuando prima con un preesame i concetti importanti su cui concentrarsi, in modo che la lettura diventi un cercare qualche cosa e verificare di averla trovata, insegna che nei compiti in classe di matematica per ottenere la certezza del risultato basta fare la classica prova dell’operazione inversa che consiste nel verificare che la prova deve dare il risultato di partenza, fatto che porta come unica valutazione possibile non il sette o l’otto ma il dieci.

E che dire dei trucchi usati nel controllo di tutti i compiti scritti con l’uso delle proprie checking-list” per eliminare, prima di consegnarli, i propri errori abituali.

Ma la particolarità del metodo consiste nell’aver proposto il manuale per i genitori “Come allenare i figli a studiare con professionalità” che è indispensabile per appassionare genitori e figli a realizzarsi insieme, rendendo l’inevitabile fatica del vicendevole costante impegno, un immenso piacere pieno di soddisfazione.

I consigli nati dalle complesse esperienze dell’autore, prima di semplice impiegato tecnico poi di manager e infine di insegnante di informatica gestionale, appaiono utilissimi per organizzare in modo ottimale il lavoro dei ragazzi che, sfruttando al 100% il tempo passato in classe, riducono della metà il tempo da dedicare allo studio a casa, consentendogli di praticare il loro sport preferito, ottenendo nel contempo ottimi risultati scolastici.

Recensire testi intelligenti come i due manuali in questione non è facile, , infatti,,anche per il taglio provocatorio usato dall’autore come nel sottotitolo del manuale riservato ai genitori, che così detta: “Se il professore (con i voti) arbitra solo partite ufficiali, l’allenatore chi lo fa?”; o come nel coraggioso (di questi tempi) “Messaggio riservato ai genitori cattolici” che invita a debellare tra i giovani il turpiloquio da carrettieri della bestemmia.

Giuseppe Griffoni

 

Dal Messaggero Veneto del 15 agosto del 2010