Il “Manuale dello studente professionista” insegnando i “Fondamentali” di ogni attività professionistica, che consistono nel “pensare, eseguire, controllare” interessa soprattutto gli studenti in difficoltà alle superiori che, secondo recenti statistiche, superano il 70%. Tuttavia se ne consiglia la lettura a tutti gli studenti perché i fondamentali dello studio, ossia le tecniche di lettura , i modi diversi di affrontare lo studio delle materie letterarie o di quelle scientifiche, migliorano l’apprendimento di tutti e fanno risparmiare metà del tempo da dedicare allo studio.
Ma hanno problemi anche gli studenti universitari che accumulano anni “fuori corso”.
Se poi prendiamo in esame l’argomento lettura, scopriamo che in Italia, secondo le rilevazioni Pisa-Ocse, il 26,4 % dei quindicenni italiani possiede competenze di lettura inferiori al livello 2, (il livello minimo per non essere considerati analfabeti), che leggono senza capire e ricordare ciò che hanno letto.
E ci sono anche le persone normali come me, che devo confessare di aver scoperto solo all’università, che esistono delle tecniche particolari per “leggere meglio, leggere più in fretta” e, se proviamo a contare le parole che normalmente leggiamo in un minuto, scopriremo che tutti abbiamo larghi margini di miglioramento nella nostra velocità di lettura. Nel manuale sono accennate diverse procedure di lettura che, se applicate correttamente, portano a leggere in metà tempo, faticando meno, come succede a chi sa nuotare bene o sa andare bene in bicicletta.
Riepilogando, per ogni singola attività, legata all’apprendimento o a un lavoro intellettuale, nel manuale sono indicate delle procedure utili a migliorare l’efficienza del nostro operare.
Basta imitare i giornalisti che prima di assistere a una conferenza stampa si informano sugli argomenti all’ordine del giorno, durante la conferenza prendono appunti, poi pongono al relatore le domande sugli argomenti che non li hanno convinti e infine scrivono l’articolo a botta calda.
Così si comportano anche i pescatori provetti che, prima di andare a pesca, prepara l’attrezzatura e le esche a seconda dei pesci che andranno ad insidiare (ossia si deve preesaminare l’argomento della lezione), poi pescano in silenzio senza farsi notare e con pazienza aspettano l’attimo giusto per ferrare i pesci (ossia si ascolta in silenzio quello che dice l’insegnante e si aspetta il momento opportuno per chiedere spiegazioni al professore per capire bene ciò che ha spiegato) e poi a casa puliscono subito i pesci pescati (si devono completare gli appunti e annotare gli eventuali altri dubbi da chiarire) e non si llasciano per giorni in garage sul motorino a putrefare.
Oggi i ragazzi possono anche chiedere chiarimenti mandando una mail al prof, in modo che prima di interrogare o spiegare un nuova lezione possa chiarire i dubbi di tutti.
Il manuale suggerisce anche di studiare con un compagno, che sia meno bravo di noi nelle materie che per noi sono più facili e, più bravo di noi, nelle materie in cui noi siamo in difficoltà. (Spesso succede che chi è bravo in Italiano ha bisogno di essere aiutato in matematica e viceversa).
Questo scambio di aiuti tra compagni, costituisce un ottimo allenamento per affrontare le interrogazioni; si noti che aiutare il compagno che ne sa meno avvantaggia specialmente chi da le spiegazioni, e all’Università o all’ultimo anno delle superiori si possono vendere le fotocopie dei nostri appunti a chi non li ha fatti, rendendo loro un grande servizio e guadagnando dei bei soldini.
Ossia, così facendo, invece di aver bisogno di ripetizioni si è in grado di dare ripetizioni ai compagni che ne avessero bisogno.
Domanda: Perché oltre al “Manuale dello studente professionista” lei ha scritto il manuale indirizzato ai genitori: “Come allenare i figli a studiare con professionalità”?
Risposta: Cara signora la risposta alla sua domanda è evidenziata già nel sottotitolo del libro “Se i professori (con i voti) arbitrano solo partite ufficiali, l’allenatore chi lo fa?”
Henry Ford aveva fatto scrivere sui muri della propria fabbrica di automobili: “se non capisci il problema … fai parte del problema”, veda signora, come molti genitori che ho incontrato durante i miei anni di insegnamento, lei vorrebbe aiutare suo figlio nello studio, ma ritiene di non essere in grado di farlo, perché pensa di non sapere niente delle materie di studio di suo figlio.
Il problema sta nel fatto che i genitori credono di doversi sostituire agli insegnanti, mentre sono i figli che devono essere in grado di spiegare ai genitori ciò che hanno imparato a scuola al mattino.
Lei alla sera, semplicemente ascoltando suo figlio, gli toglie l’incubo delle interrogazioni, e diventa il suo allenatore ideale perché, se lei non capisce le spiegazioni che il figlio le da, vuol dire che neanche lui ha capito le spiegazioni del professore, e se lei rivolge a suo figlio delle domande sensate, a sua volta lui potrà rivolgere le stesse domande al professore.
E allora, è importante che un genitore per allenarlo a studiare con professionalità gli insegni a seguire le procedure di studio corrette, fase per fase, senza improvvisare continuamente, per non dimenticarsi di preesaminare ciò che sta per leggere o di controllare quello che ha capito o non capito.
(PROFESSIONALITA’ è PENSARE PRIMA DI AGIRE, OPERARE A REGOLA D’ARTE, E CONTROLLARE DI AVER RAGGIUNTO L’OBIETTIVO PREFISSATO)
Il manuale per i genitori suggerisce come fare ciò in pochi minuti al giorno con costanza, approfittando anche dei ritagli di tempo in macchina, o quando capita di parlare con lui. L’aiuto da parte dei genitori consiste nell’interessarsi dei problemi quotidiani dei figli mostrando loro come si fanno bene le cose e o motivandoli con l’esempio (le motivazioni valgono da sole il 30 % del successo). Pertanto è opportuno chiedere agli insegnanti degli incontri a tre: genitore-figlio-insegnante non per sgridare il ragazzo ma per capire i suoi problemi e aiutarlo a risolverli. Naturalmente per fare l’allenatore nello sport bisogna sapere come si gioca, così per insegnare al figlio la professionalità nello studio i genitori devono loro leggersi prima i due manuali e poi, solo se serve, assisterlo quando lui leggerà, per la prima volta, il manuale a lui dedicato. Per ottenere qualsiasi risultato è necessario impegnarsi quanto basta, ricordandosi che senza impegno non si può ottenere niente. Altro risultato importante, che si ottiene dall’imparare a studiare con professionalità, è quello di riuscire a sfruttare al 100% il tempo passato in classe e di risparmiare il 50% del tempo da dedicare allo studio a casa, permettendo di praticare il proprio sport preferito, senza trascurare la scuola.
Pertanto i due manuali, oltre ad aiutare a stabilire un rapporto ideale con i figli, permettono di evitare il ricorso alle lezioni private, (una sola ora di ripetizione costa più dei due manuali), pertanto l’acquisto dei manuali non costituiscono una spesa, ma un grosso investimento, praticamente a costo zero.
Insegna ad adottare delle procedure adatte per leggere bene, altre adatte per prendere appunti bene, altre per prepararsi alle interrogazioni “col senno di poi”, o per allenarsi rifacendo correttamente i compiti scritti evitando con le “cheching-list” i propri errori abituali, in modo che l’essere promossi o no dipenda non dal grado di intelligenza, ma dal proprio impegno, reso meno gravoso da tanti piccoli accorgimenti.
Inoltre l’aggiunta del manualetto per i genitori, che insegna ”COME ALLENARE I FIGLI A STUDIARE CON PROFESSIONALITÀ”, rende possibile una costante assistenza ai figli da parte di un genitore, che dopo un periodo di affiatamento col figlio, si riduce ad un impegno per il genitore di pochi minuti al giorno.