Francesco Alberoni

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    Francesco Alberoni

Francesco Alberoni (Borgonovo Val Tidone, 31 dicembre 1929) è un sociologo, giornalista e scrittore italiano. [...]

È stato membro del consiglio di amministrazione e consigliere anziano facente veci del presidente della RAI nel periodo 2002-2005. Dal 1982 al 2011, ogni lunedì, il Corriere della Sera ha ospitato in prima pagina una sua rubrica intitolata “Pubblico e privato”[1].  Dal 2002 al 2012 ha ricoperto la carica di Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. [...]

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 Dal testo “Come allenare i figli a studiare con professionalità”.  Concludo riportando dal Corriere della sera un articolo di Francesco Alberoni del 01-09-2008 “ 

“Intelligenza e carattere crescono solo se si accettano le sfide” 

CI VUOLE ORGANIZZAZIONE DISCIPLINATA 

     Nelle olimpiadi sette medaglie d’oro su otto sono state vinte da militari, cioè da persone abituate alla disciplina e all’autocontrollo. Dalla scuola e dalla università non è venuto nulla, e questo è un sintomo della povertà del nostro sistema educativo. Perché lo sport è espressione dell’organizzazione disciplinata della società e dell’individuo, misura la sua capacità di porsi una meta e raggiungerla. 

I NOSTRI FIGLI SONO TUTTI BRAVI, ADORABILI  

     Ora da trent’anni il nostro sistema educativo — dalla famiglia alla scuola — ha avuto una sola preoccupazione: evitare ai bambini e ai giovani ogni trauma, ogni fatica, ogni frustrazione. Insegnando loro che sono bravi, adorabili qualsiasi sciocchezza facciano e che non dovranno mai pagare per i loro errori. 

CIÒ CHE NON COSTA, NIENTE NON VALE NIENTE 

     Non gli è stato mai detto che la nostra intelligenza si sviluppa solo affrontando problemi, che il nostro carattere si plasma solo accettando le sfide, che per capire il valore delle cose dobbiamo meritarcele. Mentre quanto ci viene regalato senza merito ci indebolisce e tutto ciò che ci viene perdonato senza punizione ci corrompe.

CHE BELLA LA VITA DEL MICHELAZZO! 

     Il risultato di questa pedagogia irresponsabile è che troppi (per fortuna non tutti) nostri ragazzi e ragazze non studiano, non sanno concentrarsi, perdono il loro tempo chattando su Internet, facendo videogiochi, mangiano troppo, sono maleducati, si ubriacano in discoteca e non sanno fare nessun lavoro. 

I NOSTRI “TECNICI” NON SANNO NEANCHE CAMBIARE UNA LAMPADINA,

GLI IMMIGRATI ACCETTANO DI FARE I MUNGITORI ANCHE SE HANNO DUE LAUREE. 

      Questa estate mi si è guastato il frigorifero, sono arrivati uno dopo l’altro tre tecnici dell’impresa — ciascuno con furgoncino e assistente — lo hanno contemplato perplessi e se ne sono andati senza saper cosa fare. Un mio amico ha due mungitori indiani a cui dà uno stipendio di quattromila euro netti al mese. Ma questi mungitori sono degli esperti zootecnici, preparatissimi in elettronica, e in Italia non c’è nessuno che sa fare il loro lavoro. E fra poco non ci saranno nemmeno idraulici, elettricisti, falegnami, sarti, ragionieri, capomastri, restauratori, installatori con una preparazione scientifico-tecnica che li renda capaci di affrontare i problemi della casa e della fabbrica di oggi. Perché i nostri figli queste cose non le imparano né alla scuola media né all’università.

     Il ministro Mariastella Gelmini, che ha incominciato a ridare metodo, rigore e disciplina alla scuola, dovrà fra poco accingersi a colmare questo pauroso vuoto di preparazione tecnica degli italiani creando licei tecnici e lauree brevi dove, anziché chiacchiere, si imparano mestieri moderni. 

Note:

L’articolo è riportato integralmente, solo i commenti  sopra i paragrafi sono stati aggiunti da me.