Newton

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Isaac Newton

Sir Isaac Newton (Woolsthorpe-by-Colsterworth, 25 dicembre 1642Londra, 20 marzo 1727) è stato un matematico, fisico, filosofo naturale, astronomo, teologo e alchimista inglese. è considerato una delle più grandi menti di tutti i tempi. Noto soprattutto per il suo contributo alla meccanica classica — molti hanno presente l’aneddoto di “Newton e la mela” — Isaac Newton contribuì in maniera fondamentale a più di una branca del sapere.      Pubblicò i Philosophiae Naturalis Principia Mathematica nel 1687, opera nella quale descrisse la legge di gravitazione universale e, attraverso le sue leggi del moto, stabilì i fondamenti per la meccanica classica. Newton inoltre condivise con Gottfried Wilhelm Leibniz la paternità dello sviluppo del calcolo differenziale o infinitesimale. […]

Newton fu il primo a dimostrare che le leggi della natura governano il movimento della Terra e degli altri corpi celesti. Egli contribuì alla Rivoluzione scientifica e al progresso della teoria eliocentrica. A Newton si deve anche la sistematizzazione matematica delle leggi di Keplero sul movimento dei pianeti. Oltre a dedurle matematicamente dalla soluzione del problema della dinamica applicata alla Forza di gravità (problema dei due corpi) egli generalizzò queste leggi intuendo che le orbite (come quelle delle comete) potevano essere non solo ellittiche, ma anche iperboliche e paraboliche.

     Newton fu il primo a dimostrare che la luce bianca è composta dalla somma (in frequenza) di tutti gli altri colori. Egli, infine, avanzò l’ipotesi che la luce fosse composta da particelle da cui nacque la teoria corpuscolare della luce in contrapposizione ai sostenitori della teoria ondulatoria della luce, patrocinata dall’astronomo olandese Christiaan Huygens e dall’inglese Young e corroborata alla fine dell’Ottocento dai lavori di Maxwell e Hertz. La tesi di Newton trovò invece conferme, circa due secoli dopo, con l’intuizione del “quanto d’azione” di Max Planck e i lavori di Einstein sull’interpretazione dell’effetto fotoelettrico e la conseguente introduzione del quanto di radiazione elettromagnetica, il fotone. […]

Ben presto cominciò a leggere le opere di Cartesio, in particolare un’opera pubblicata nel 1673 in cui le curve vengono rappresentate per mezzo di equazioni.

     Newton nacque a Woolsthorpe-by-Colsterworth, nel Lincolnshire il 25 dicembre del 1642[1], in una famiglia di allevatori. Suo padre, anch’egli di nome Isaac, morì tre mesi prima della sua nascita. Nel 1652, quando Isaac aveva dieci anni, il patrigno morì lasciandogli un’eredità non indifferente con cui poté pagarsi l’istruzione alla King’s School, a Grantham. […] Alla fine il suo maestro convinse sua madre a fargli proseguire gli studi al Trinity College di Cambridge dove si trasferì nel 1661. A quel tempo gli insegnamenti del College erano basati su Aristotele, ma Newton preferiva filosofi più moderni come Cartesio, Galileo, Niccolò Copernico e Keplero.

     Nel 1665, scoprì il teorema binomiale. tramite i logaritmi e cominciò a sviluppare il calcolo infinitesimale indipendentemente da Leibniz.

Dal 1670 al 1672 si occupò di ottica studiò la rifrazione della luce dimostrando che un prisma può scomporre la luce bianca in uno spettro di colori, e quindi una lente e un secondo prisma possono ricomporre lo spettro in luce bianca. Da questo lavoro concluse che ogni telescopio rifrattore avrebbe sofferto della dispersione della luce in colori, e inventò il telescopio riflettore per aggirare il problema. (Solo più avanti, divenne possibile costruire lenti acromatiche. […]

Nel 1671 la Royal Society lo chiamò per una dimostrazione del suo telescopio riflettore. Il loro interesse lo incoraggiò a pubblicare le note On Colours (Sui colori) che più tardi arricchì nel suo lavoro Opticks (Ottica). Newton pensava che la luce fosse composta di particelle. Fisici successivi preferirono una spiegazione basata sulle onde in base ai risultati di alcuni esperimenti.

      La mela e la gravità Si racconta che Newton nel 1666, l’annus mirabilis, fosse seduto sotto un melo nella sua tenuta a Woolsthorpe quando una mela gli cadde sulla testa. Ciò, sempre secondo la leggenda, lo fece pensare alla gravitazione e al perché la Luna non cadesse sulla terra come la mela. Cominciò a pensare dunque a una forza che diminuisse con l’inverso del quadrato della distanza, come l’intensità della luce.

Newton avrebbe probabilmente tenuto per sé le sue scoperte se Edmund Halley non gli avesse chiesto la risposta di un problema meccanico. Newton gli mostrò il suo manoscritto intitolato De Motu Corporum (1684) che conteneva le tre leggi del moto. Halley convinse Newton a pubblicare quelle carte ed egli, inserendo il manoscritto in un’opera più ampia, diede alle stampe i Philosophiae Naturalis Principia Mathematica (Principi matematici della filosofia naturale) comunemente chiamati Principia.

L’opera, pubblicata nel 1687 in tre volumi, è unanimemente considerata un capolavoro assoluto della storia della scienza; con essa Newton stabilì le tre leggi universali del movimento che non sono state migliorate per i successivi trecento anni. Nello stesso lavoro presentò la prima determinazione analitica, basata sulla legge di Boyle, sulla velocità del suono nell’aria. […]

     Nel 1696 per risollevarlo da questa crisi Charles Montagu gli offrì un posto alla zecca reale. Newton si trasferì a Londra per prendere il posto di guardiano della Zecca Reale nel 1696. La riforma monetaria di Newton anticipò il gold
standard
che l’Inghilterra adotterà per prima nel 1717, seguita da altre nazioni nei secoli successivi, fino all’adozione statunitense ai primi del Novecento. […]

Nel 1701 Newton pubblicò anonimamente una legge della termodinamica ora conosciuta come legge di Newton del raffreddamento nel Philosophical Transactions of the Royal Society.

Nel 1703 Newton divenne presidente della Royal Society e un associato della Académie des Sciences. […]

     Morì a Kensington, Londra, il 20 marzo 1727 all’età di 84 anni e il 28 fu sepolto nell’Abbazia di Westminster. Voltaire, che era presente al funerale, disse che era stato sepolto come un re.

 Citato nel “Manuale dello studente professionista” a pag 91 S.V 2.2 Da Fibonacci a Cartesio, il recupero dell’algebra.

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