Recensione R. De Zan

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Un aiuto agli studenti nel libro del prof. Gianfranco Galli

Come andare a scuola per essere promossi sempre

Petronio diceva : “Ciò che impari lo impari per te”(Satyricon 46,8) Oggi purtroppo molti studenti fanno molta fatica a comprendere questa massima del contemporaneo di Nerone. Sono più propensi a ripetere – naturalmente nel segreto del loro animo –ciò che diceva Seneca (Epistula 33,8) : “Non impariamo per la vita, ma per la scuola”. Molto spesso, infatti gli studenti stentano a comprendere che ciò che la scuola insegna serve a vivere e non a far contento un docente. Oggi c’è anche una seconda tendenza: la fatica costa, e se possibile, si evita. Eppure senza fatica e costanza è difficile progredire nell’apprendimento. Diogene Laerzio attribuisce ad Aristotele questa massima: “Le radici dell’apprendimento sono amare, i frutti dolci” (Vite dei filosofi 5,18).

Come aiutare gli studenti di oggi a comprendere che si impara per maturare se stessi e per la vita? Come sostenerli nella fatica dell’imparare? La risposta non è facile. I genitori che hanno a cuore i propri figli cercano di capire, di attuare dialogo e strategie. Spesso hanno bisogno che qualcuno apra loro certe strade. Un buon aiuto potrebbe venir loro dalla fatica di un uomo,il prof. Gianfranco Galli, che dalla sua esperienza e riflessione ha maturato un breve lavoro dal titolo accattivante: “Manuale dello studente professionista” ovvero “Come andare a scuola per essere promossi sempre”. Si tratta di un’opera redatta in due volumi: uno per lo studente l’altro per i genitori.  Ponendosi nella scia dei grandi maestri come J. Guitton, che scrisse un agile libretto (Il lavoro intellettuale) per aiutare gli studenti nella loro fatica, l’autore ha voluto trasfondere in brevi e agili pagine un simpatico gruzzoletto di consigli pratici e puntuali, che risulteranno molto utili alle giovani generazioni di studenti.  Con pazienza e senza la pretesa della compiutezza a tutti i costi, vengono affrontati i punti nevralgici per affrontare e fare propria l’anima delle due principali discipline scolastiche: l’italiano e la matematica. A conclusione di ogni sezione c’è una breve serie di consigli minuti. L’autore li chiama “Note operative”.

Il linguaggio non è quello del docente, ma quello degli studenti. La sapienza, invece, non è quella degli studenti, ma del saggio che, dopo tanti anni di lavoro nel privato e poi di docenza, vuole elargire in sintesi quello che ha maturato di fronte a diversi studenti in situazione di difficoltà culturale.

Questo libro rappresenta in breve l’amore paterno per le giovani generazioni, il cui mondo di fatiche alle volte sono incomprese e il cui mondo di sogni spesso non ò preso sul serio dagli adulti.

Nel breve opuscolo dedicato ai genitori(“Come allenare i figli a studiare con professionalità” ovvero “Se il professore (con i voti) arbitra solo partite ufficiali, l’allenatore chi lo fa?) ci sono diverse attenzioni. Alcune possono sembrare superate, altre meno. Tra queste attenzioni l’autore ne ha una per i genitori cattolici (ma può servire liberamente per tutti). Dietro a queste attenzioni, tuttavia , c’è una tesi importante. L’educazione è frutto di dialogo, Qualunque problema – dalla bestemmia alla droga, dai pregiudizi laicisti alla cafonaggine, dalla esistenza storica di Cristo alla cattiva testimonianza di alcuni politici e di alcuni – non va mai censurato ma discusso. Giudicare non risolve il problema. Capire radici, cause, cultura, ecc. è una strada di soluzione. L’autore,poi, sceglie delle esemplificazioni secondo la sua sensibilità (i sogni profetici di don Bosco, la fotografia computerizzata delle pupille della Madonna di Guadalupe, la Sacra Sindone) per avvalorare in forma esperienziale i valori della fede cristiana. Chi scrive avrebbe scelto altri segni, ma questi sono stati scelti dal prof. Galli per rendere seria e oggetto di riflessione la scommessa di Pascal: la vita futura dell’uomo è con il Cristo risorto o si chiude in un pugnetto di cenere frutto della cremazione?

Don Renato De Zan

 (Biblista, professore all’Università Vaticana.)

Dal Popolo di Pordenone del 20 maggio 2012