Rondone

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Davide Rondoni

Davide Rondoni (Forlì, 1964) è un poeta e scrittore italiano.

     Si è laureato in letteratura italiana all’Università di Bologna con Ezio Raimondi. Ha fondato e diretto il Centro di Poesia Contemporanea in seno all’Università felsinea. Ha scritto diverse raccolte di poesia, pubblicate in Italia, nei principali Paesi europei, nonché negli Stati Uniti. L’opera che lo ha posto all’attenzione della critica è Il bar del tempo (1999)  seguita da alcuni libri che hanno ricevuto i più importanti premi di poesia, tra cui le opere: “Avrebbe amato chiunque” (Guanda, 2003), “Apocalisse amore” (Mondadori 2008). […]

     Rondoni ha tenuto e tiene corsi di poesia e di letteratura negli atenei di Bologna, Milano Cattolica, Genova, allo Iulm, e negli Stati Uniti (all’Università di Yale e alla Columbia University). Svolge un’intensa attività pubblicistica: ha fondato e dirige la rivista clan Destino, è opinionista di Avvenire, è stato critico letterario nel supplemento domenicale de Il Sole 24 Ore.  Saltuariamente pubblica sul Corriere della Sera. Dal 2006 conduce sull’emittente televisiva TV2000 Antivirus, un programma di poesia. Ogni puntata è dedicata a un autore; Rondoni ne spiega la poetica, ne svela i maestri, ne legge pubblicamente alcuni versi. […]

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 Citato nel “Manuale dello studente professionista, in nota 2 del capitoletto:

“S.IV 1.2  E nella scuola? Quanto conta una buona conoscenza dell’italiano?”

Secondo la mia esperienza personale i ragazzi, e purtroppo anche molti genitori, tendono a dare allo studio dell’italiano molta meno importanza di quella che esso non abbia in realtà. Il più delle volte scolasticamente parlando, questa materia viene considerata alla stregua di tutte le altre materie di insegnamento, ossia solo in funzione dei due voti espressi in pagella.

L’ITALIANO NON È COME LE ALTRE MATERIE

 Sembra innanzitutto che ci si dimentichi che l’italiano è il mezzo per esprimersi anche in tutte le altre discipline, e che proprio per questo motivo la prima considerazione utilitaristica da fare è, che una buona padronanza dell’italiano mette l’allievo nella condizione di essere apprezzato al meglio, anche dagli altri professori. Senza trascurare il fatto che le deficienze linguistiche, oltre che ridurre le capacità espositive, riducono anche la comprensione delle lezioni degli insegnanti delle altre materie.

   Chi è bravo in Italiano, spesso anche con gli altri professori, invece di partire da zero si trova a partire quasi dalla sufficienza, per cui quantitativamente, gli potrebbero bastare poche conoscenze aggiuntive nella materia in questione, per raggiungere il sospirato “6”; e, se poi la preparazione specifica è approfondita, gli permette di raggiungere il massimo dei risultati, ciò che è sempre negato a chi si esprime male. Ciò è provato anche statisticamente, infatti sono pochi i ragazzi che hanno dei buoni voti in italiano, che non abbiano anche la sufficienza in quasi tutte le altre materie. (1) Inoltre è provato che questi ragazzi ottengono risultati discreti studiando per un numero di ore inferiore agli altri.

ALLA MATURITÀ

LO SCRITTO DI ITALIANO É DETERMINANTE

   L’italiano scritto è fondamentale per superare brillantemente l’esame di maturità, poiché una buona prova allo scritto è determinante per ottenere il massimo dei voti. Qualsiasi commissione esaminatrice, in qualsiasi indirizzo scolastico, considera il compito scritto di italiano come prova della maturità culturale complessiva dell’esaminando, poiché da tale elaborato si rileva anche la personalità, il modo profondo di essere di chi scrive. Ossia si capisce se il candidato possiede una certa cultura o se ciò che esprime è soltanto superficialità, a prescindere dalla timidezza o dalla spavalderia che esibisce durante le prove orali.

ANCHE NELLA PROVA ORALE C’È LA PREMINENZA DELL’ITALIANO

   Le prove orali stesse vengono in ogni caso fortemente condizionate da buone o cattive prove scritte. Una buona prova allo scritto, nel caso in cui l’esaminando all’orale si trovi in difficoltà, permette di limitare i danni giustificando la cattiva figura con una presunta incontrollata emotività. Evidentemente tutti questi motivi pongono l’italiano in una situazione di maggior importanza rispetto a tutte le altre materie scolastiche.

Non si dimentichi che l’apprendimento fondamentale dell’italiano avviene attraverso le buone letture, che pertanto non possono assolutamente essere trascurate. (2) 

Note:

2) Su “Avvenire” del 2-10-2008 c’e un articolo di Davide Rondoni intitolato: “Leggere favorisce l’intelligenza. Ma chi lo spiega ai ragazzi?” in cui si dice tra l’altro: “Ma di certo – e il dato e importante – leggere migliora il rendimento intellettivo.

Il sociologo De Lillo, presentando ieri una ricerca dell’Istituto Iard, ha indicato in mezzo punto l’aumento del voto medio scolastico per i ragazzi che leggono di più. In particolare, ogni 10 libri letti in più nei sei mesi precedenti producono l’elevarsi medio di mezzo punto del voto scolastico. E dunque, poiché non sono propriamente tanti i nostri ragazzi che leggono mediamente 10 libri in 6 mesi, ecco spiegata una delle ragioni per cui i nostri ragazzi sono dietro ai loro coetanei portoghesi, spagnoli, tedeschi, olandesi, irlandesi e svedesi nella loro capacita media di comprensione dei testi. Da noi i quindicenni che mostrano difficoltà nell’affrontare testi scritti sono oltre il 26 %. [...]